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Re: Elio Massagrande

ELIO MASSAGRANDE, il gaucho

Per Elio Massagrande prima viene la famiglia, poi la politica. Di origini contadine, nasce a Isola Rizza, nei pressi di Verona: classe 1941, nel 1959 consegue a Padova la licenza di pilota civile di aeromobile. Sono le passioni per il paracadutismo e le arti marziali che avvicinano Massagrande agli ambienti di Ordine Nuovo: insieme a Leone Mazzeo, che più tardi sposerà la sorella di sua moglie, di ON Elio diventa uno dei responsabili per il Veneto.

Seguendo le orme dei suoi amici Roberto Besutti, ordinovista mantovano, sergente allievo ufficiale dei parà a Vicenza, e Marco Morin che, anni dopo, sarà protagonista di una perizia depistante sull’esplosivo usato nell’attentato di Peteano, nel 1966 Massagrande inizia il corso allievi ufficiali a Foligno per diventare sottotenente di complemento nell’artiglieria paracadutista di stanza a Livorno.

Più o meno contemporaneamente, per i tre militari quel 1966 segna le prime noie con la giustizia: al terzetto di amici vengono sequestrati un gran quantitativo di armi, munizioni ed esplosivo al plastico. Una santabarbara ingiustificabile per degli ufficiali di complemento, ma i tre le spiegazioni riescono a trovarle giurando sulla genuinità della loro passione per le armi e il relativo collezionismo.

Massagrande afferma di aver acquistato il suo quantitativo per 40 mila lire da uno sconosciuto incontrato in piazza XX Settembre a Livorno, una dichiarazione accolta da giudici non privi di superficialità anche se, nella metà degli anni Sessanta, sarebbe stato impensabile per chiunque immaginare che di lì a poco sarebbe iniziata la lunga stagione del terrore politico.

Tornato a Verona, Elio si mette in società con la moglie del capitano di artiglieria Amos Spiazzi nella gestione di una palestra.

Arriva il 1969: ON viene sciolto e Pino Rauti torna nel MSI spingendo così numerosi dissidenti a fondare il Movimento Politico Ordine Nuovo che l’anno successivo elegge suo leader Clemente Graziani e un direttorio nazionale formato da Massagrande, Besutti e Mazzeo. Gli aderenti al MPON usano definirsi ordinoviani, un termine che vuole indicare una razza appartenente a un’altra era, utile anche per distinguersi dai vecchi ordinovisti. I quattro decidono di «processare» Rauti per tradimento, condannando poi il loro ex maestro a «restare in vita» in modo tale da essere additato per sempre come rinnegato.

Insieme a un camerata romano, Mazzeo fa qualcosa in più: una sera blocca Rauti in una strada della capitale e, con un piccolo martello, lo colpisce all’orecchio per dargli un monito. Leggermente ferito, al Pronto Soccorso, Rauti dichiarerà di essere stato vittima di una selvaggia aggressione da parte di quelli del Collettivo di via dei Volsci.

I guai seri per Massagrande arrivano poco prima della metà degli anni Settanta quando il Ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani, contro i pareri di Aldo Moro, Mariano Rumor e Giulio Andreotti e minacciando una crisi di governo, scioglie per decreto il MPON mettendo di fatto fuori legge i suoi iscritti, forte anche della sentenza emessa poco prima nei confronti di 42 ordinovisti in un processo che aveva avuto come pubblico ministero Vittorio Occorsio. L’accusa è ovviamente quella di ricostituzione del partito fascista. In accordo con Besutti e Mazzeo che accettano il carcere, Graziani e Massagrande scelgono invece la via della fuga.

Insieme alla moglie Alessandra, ai suoi tre figli e a Graziani, nel 1974 Massagrande si reca ad Atene dove, in società con un camerata greco, inaugura un ristorante; un’attività che avrà vita breve a causa della truffa fatta dal socio, ma soprattutto per la richiesta di estradizione italiana che il nuovo governo democratico greco, insediatosi negli ultimi mesi di quel 1974, ha deciso di accogliere.

La scelta del governo ellenico è motivata da alcuni attentati avvenuti ad Atene e rivendicati da Ordine Nero, una sigla che da sempre Mazzeo ritiene un’invenzione partorita dal Viminale; in ogni caso Massagrande risulterà estraneo ai fatti e la logica non spinge a pensare il contrario: difficilmente un latitante che trova rifugio in un altro Paese decide di creare problemi a chi lo ospita. Inoltre la residenza ad Atene non doveva essere un gran segreto considerando l’intervista rilasciata da Elio al settimanale OGGI nel giugno 1974.

Massagrande lascia la Grecia a malincuore: fra le sue carte processuali c’è una sua dichiarazione, priva di firma, che è un atto d’amore nei confronti di quel Paese. Sono parole che evidenziano la riconoscenza verso il popolo greco, la rabbia verso lo Stato italiano e il governo greco di Nuova Democrazia, da cui si sente tradito; in quella lettera dattiloscritta Elio afferma di non aver mai avuto a che fare con la giunta dei colonnelli e la sua offerta di arruolarsi nell’esercito ellenico insieme a Graziani durante la crisi di Cipro, dove si era sfiorato il conflitto con la Turchia, viene spiegata come frutto del suo amore sconfinato per il popolo greco.

Ad attendere Elio all’aeroporto di Fiumicino c’è una schiera di poliziotti e carabinieri, insieme a uno stuolo di giornalisti. Massagrande si fa due mesi di prigione a causa degli attentati avvenuti ad Atene; due giorni prima di essere rilasciato viene selvaggiamente picchiato da alcuni detenuti che, secondo Mazzeo, sono stati sguinzagliati dal duo Maletti – La Bruna, ufficiali del SID, con l’intento di far reagire il neofascista e avere una motivazione per trattenerlo in carcere.

Uscito di galera Massagrande riunisce di nuovo tutta la famiglia e va in Spagna. Sarà il suo secondo errore dopo quello della fuga in Grecia: nel frattempo infatti era arrivata la sentenza di Cassazione del processo di fine ‘73 che lo condannava a due anni e nove mesi. Massagrande è di nuovo un latitante. Grazie alla sua assenza in Italia gli vengono continuamente addebitati reati su reati, avvalorando così i timori che Mazzeo gli aveva espresso al momento di accettare il carcere: la prigione ha il pregio di tenerti al riparo da sospetti e accuse di quei reati che avvengono durante la detenzione, se sei latitante il rischio di vederti addossato qualsiasi cosa è alto.

In quel momento per Elio il sospetto più grave è quello di un coinvolgimento nell’omicidio del giudice Occorsio. A Madrid non si capacita di quella che considera una congettura dei magistrati italiani: è inorridito per essere accostato a Pierluigi Concutelli, che lui giudica un pazzo esaltato, tanto da pensare che il bombardiere nero si sia volutamente fatto arrestare con l’arma del delitto in mano pensando così di diventare un eroe.

Quanto all’assassinio di Occorsio anche Massagrande, come molti altri ordinovisti, si lascia sfuggire un gesto di approvazione talmente rumoroso e plateale da causare uno scontro, ai limiti della rissa, con Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia Nazionale, in quel periodo anche lui latitante e titolare del ristorante Apuntamiento, noto ritrovo di neofascisti. A colpire della vicenda Occorsio è l’atteggiamento che ancora oggi alcuni ex ordinovisti hanno nei confronti del magistrato: sentimenti non certo concilianti, né comprensivi.

Finito il franchismo, la Spagna non è più un posto sicuro per molti dei fascisti rifugiati nel Paese iberico: Massagrande decide quindi di volare in Sud America. Lui, Alessandra e i tre figli si sistemano in Paraguay dove, più tardi, vengono raggiunti da Graziani proveniente dall’Inghilterra via Spagna. Venuto a conoscenza delle sue origini contadine, un italiano da anni residente nel Paese sudamericano chiede a Elio di gestirgli il 25 per cento di un’estancia, cioè uno dei tanti immensi lotti di terreno tenuti ancora allo stato brado.

È grazie al paracadutismo che Massagrande entra in contatto con Alfredo Stroessner, il dittatore del Paraguay, il quale, assicurando riparo da eventuali richieste di estradizione, chiede all’italiano di costituire due scuole di paracadutismo, una civile e una militare; da quest’ultima nasce la guardia personale del caudillo paraguaiano comandata dal figlio, diventato amico di Elio. Successivamente Stroessner decide di dare sviluppo alla regione selvaggia del Chaco, negli anni Trenta casus belli con la Bolivia, dividendola in vari lotti, da 4 mila a 12 mila ettari, dando proprio a Massagrande l’incarico di vendere i terreni in Europa per conto del governo; anziché in denaro, l’italiano preferisce essere pagato con parte di quegli stessi lotti.

Caduto Stroessner all’inizio del 1989, per Massagrande si riaffaccia lo spauracchio dell’estradizione in Italia. Il nuovo governo paraguaiano lo arresta due volte e istruisce altrettanti processi con l’intento di restituirlo al suo Paese, ma le vecchie amicizie strette negli anni con alcuni importanti funzionari di polizia lo aiutano a restare quanto basta per dare tempo agli avvocati in Italia di provare la sua innocenza. In effetti lo spettro di una persecuzione aleggia sulle aule del tribunale di Bologna quando, ad esempio, viene rivelato il contenuto di una velina del SID in cui si sostiene che Massagrande e Graziani si fossero incontrati in Svizzera per programmare l’attentato al treno Italicus avvenuto il 4 agosto 1974: pensare che i due leader ordinovisti, in quel momento residenti ad Atene per giunta nello stesso appartamento, avessero necessità di andare fino in Svizzera a organizzare un attentato, rimarrà uno dei tanti tentativi, anche strampalati, di costruire un teorema.

Quando arriva la sentenza di assoluzione per l’omicidio Occorsio via via cadono tutte le altre accuse, ma di tornare in Italia non se ne parla affatto: per Massagrande la patria è ormai il Paraguay. Il destino è però in agguato. Nel 1999 il neofascista italiano si ammala di cancro e le cure che ha in Paraguay presto si rivelano insufficienti: Alessandra e i suoi figli lo convincono a tornare in Italia dove formalmente gli rimangono da scontare dodici giorni di carcere, ma nessuno oppone ostacoli al suo rientro. Massagrande viene ricoverato a Trento, dove muore nell’agosto del 1999. Rispettando le sue ultime volontà, le sue ceneri vengono sparse sull’amato Chaco.

Bron » nazionalpopolare70.wordpress.com

IL NEOFASCISMO ITALIANO NEL PARAGUAY DI STROESSNER: L'ASILO, L'"INTERNAZIONALE NERA ECONOMICA" E LA RIMOZIONE DEL PASSATO CRIMINALE

(...) The purpose of this article is to analyze the phenomenon of Italian neo-fascist migration in Paraguay since 1977. After outlining the Paraguayan context during the dictatorship of Alfredo Stroessner, attention will be devoted to some elements that characterized the Italian presence in Paraguay; in particular, the granting of political asylum, the creation of an international economic investment center in the lands of Chaco and the elimination of the criminal past of immigrant terrorists. The sources used come from the Archives of Terror in Asunción, Paraguay and the House of Memory in Brescia, Italy.

Bron: January 2020 | Vito Ruggiero | vito.ruggiero@uniroma3.it, vir46@pitt.edu

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Re: Elio Massagrande

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Re: Elio Massagrande

Supernotes

Luigi Carletti, Agent Kasper

En wat deden ze toen hij ze had gevonden? Ze hielden hem tegen. Hij moest een nogal belangrijke zwarthemd terugbrengen naar Italië, Elio Massagrande. De CIA wist van de bliksemactie af, had zelfs geloof ik akkoord gegeven. Massagrande was te gast op de fazenda van een groep Franse OAS terroristen die zich schuilhield in het buitenland. Maar op het allerlaatste moment hield Rome alles tegen. Zonder verdere uitleg. En Kasper keerde terug naar de Verenigde Staten. In diezelfde periode kreeg hij een relatie met een fotografe uit Seattle. Een aantrekkelijk meisje dat hij in zijn kringen had geïntroduceerd.' 'Had hij een spion van haar gemaakt ?' 'Zoiets ja. Een mooi stel, zolang het duurde.' Barbara bedenkt dat ze misschien meer enthousiasme moet tonen. Dat ze hem met passende vragen moet overladen. Moet zeggen dat het een fantastisch verhaal is, shocking, op zich al een spionageroman waard. In plaats daarvan is het enige wat zij echt voelt een enorme leegte. Ik geef het toe, zou ze willen zeggen, ik ben geen Sneeuwwitje en ook geen Alice in Wonderland. Ik ben een advocate uit de hoofdstad, gewend aan belangrijke. (...)

Elio Massagrande, Sandro Saccucci en de gebroeders Sparapani waren daarvan de bekendsten. lk kreeg nou juist de opdracht om met Elio Massagrande in contact te treden. lk moest achterhalen waar hij mee bezig was, hoe hij leefde met wie hij omging. Als ik zijn vertrouwen had gewonnen, moest ik hem, op het geschikte moment, (...)

Door mijn bezoeken aan de Duitse Club lukte het mij in contact te komen met Elio Massagrande. Hij mocht mij graag. lk was jong, extravert, Bruiste van die typisch rechtse strijdlust. Daamaast was ik piloot en sprong ik parachute: precies de dingen die in de smaak vielen bij iemand die, zoals hij en de andere neofascisten, naar een bepaald type maatschappij verlangde. Maar wat mij echt zijn vriendschap opleverde, was een incident waarbij wij allebei ons leven riskeerden en waaruit wij ons redden, dankzij behoorlijk wat geluk en een beetje koelbloedigheid van mijn kant. Hij vloog de tweemotorige Piper waarmee we naar een boerenbedrijf van een paar Fransen gingen in Chaco Boreal, een gebied dat zich vanuit Paraguay uitstrekt tot in Brazilië, Argentinië en Bolivia. (...)

Massagrande maakte een foutje, de Piper helde naar een kant over en raakte met de rechtervleugel de grond. lk zag dat de propeller van de rechtermotor een hoop zand omhoog deed wervelen. Massagrande was volledig de kluts kwijt. Fracties van een seconde.Gelukkig zat ik naast hem. Ik greep de stuurknuppel, gaf gas en trok weer omhoog. De rechtermotor trilde vervaarlijk omdat de propeller door het contact met de grond was beschadigd. We slaagden erin om op alleen de linker motor een rondje te draaien boven de landingsbaan en, met nu wel heel weinig zicht, deden we een nieuw landingspoging. (...)

Degene die mij op pad had gestuurd om Massagrande te pakken, wilde in werkelijkheid weten hoe kwetsbaar hij was en welke extra maatregelen er genomen moesten worden voor zijn veiligheid. Om hem niet op een dag echt naar Italië terug te moeten brengen. Een wijze les die ik niet genoeg op waarde heb geschat toen ik twee jaar geleden, in 2007, werd gevraagd onderzoek te doen naar de supernotes.

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Re: Elio Massagrande

https://www.researchgate.net/publication/338689915_Il_neofascismo_italiano_nel_Paraguay_di_Stroessner_L'asilo_l'Internazionale_Nera_economica_e_la_rimozione_del_passato_criminale

Il neofascismo italiano nel Paraguay di Stroessner: L’asilo, l’”Internazionale Nera economica” e la rimozione del passato criminale

January 2020

(vertaling)

Italiaans neofascisme in het Paraguay van Stroessner: Asiel, de "Zwarte Economische Internationale" en de verwijdering van het criminele verleden

Re: Elio Massagrande

the end wrote:

En dan heb je ook nog de link met Bultot, Bruno Vandeuren en zijn Italiaanse moordenaar.

Graag meer info over "Bruno Vandeuren en zijn italiaanse moordenaar" aub...

Re: Elio Massagrande

Verlies bij dit alles niet uit het oog hoe dit 'spoor' tot stand kwam: tijdens een lunch tussen Acke en Goffinon. Ik zou alles wat van Goffinon komt met een oceaan aan zoutkorrels nemen gelet op een paar van zijn andere exploten.

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Re: Elio Massagrande

Dat is waar. Maar laat ons in ieder geval niet vergeten dat Massagrande op een gegeven moment bij Bultot in Paraguay zat en dat de Delta cel daar een informant had. En nu komt het ... op dat moment verliest Delta het onderzoek want extreem rechts dat moest onderzocht worden in Wallonië (ben vergeten bij welke cel precies). Alwaar het natuurlijk weer op niets uitdraaide. Voor mij zegt dat genoeg.

Re: Elio Massagrande

Dat zijn dus de echte sporen naar Bultot en extreem rechts, in tegenstelling tot de potsierlijke dwaalsporen rond Aalst. Volgens mij zijn beide Elio's belangrijk in het verhaal van Eigenbrakel & Overijse. Ik stel me vragen bij de infiltraties in Belgische criminele bendes, alsook in dat licht de 'zelfdoding' van Thierry Smars.

Re: Elio Massagrande

Misschien mis ik iets maar mij lijkt het toch allemaal vergezocht en weinig concreet.

Dat Massagrande in Paraguay was op hetzelfde ogenblik als Bultot, so what? Ze maakten er geen geheim van, hij heeft er een parachutistenclub gestart.

Waarom zouden die overvallen beginnen plegen in België of all places? Waarom overvallen om wapens te stelen? Als ze dan toch uit het extreemrechtse milieu kwamen lijken wapens het minste van hun problemen te zijn. Staat het om te beginnen al vast dat Massagrande ook in Brussel zat? Dat wordt geponeerd maar wat is de bron?

Let wel, ik sluit niet uit dat er een link naar extreem rechts zou kunnen zijn in heel het bedendossier (en dat de staatsveiligheid daar door lompigheid en amateurisme een monster gevoed heeft in de naam van strijd tegen het communisme), maar het lijkt me dat we genoeg lokale extreemrechtse zotten hadden rondlopen. Personen die bv. Frans spraken, zoals de daders deden. De dood van Smars, daar heb je geen Italiaans lid van een fascistische club die in 1973 werd opgeheven voor nodig.

Re: Elio Massagrande

Waarom aanslagen in Luxemburg of all places? Wat ik niet goed begrijp is dat je zegt geen idee te hebben van wat zich heeft afgespeeld maar tezelfdertijd alles wat met Gladio en dergelijke heeft te maken bij voorbaat wegwimpelt.

Het ongeloofwaardige aan het Gladio spoor is zoals het in '1985' werd verteld, dat er een plan zit in de sequentie van gebeurtenissen en deze allen kaderen in een groter plan. Dat de moord op een taxichauffeur, conciërge of juwelier eveneens zou gebeurd zijn onder de vlag van politieke terreur. Dat is inderdaad een beetje onwaarschijnlijk.

Dat is echter geen reden om het kind met het badwater weg te gooien. Onttrek Eigenbrakel & Overijse aan de andere feiten en zie daar toch enige evidentie dat dit kadert in een groter netwerk van terreur. Het verhaal van Joël Lhost is volgens jou dan ook compleet verzonnen?